domenica 26 maggio 2013

Lunario mese di maggio

Santi e Ricorrenze



26/5



San Filippo Neri Sacerdote




dal sito Santi e Beati



Patronato: i giovani

Etimologia: Filippo, dal greco, che ama i cavalli



San Filippo Neri è nato a Firenze il 21 luglio 1515 ed è morto a Roma il 26 maggio 1595.

A Roma era giunto diciottenne e visse come laico per 17 anni facendo il precettore. Nel 1551 fu ordinato prete ma la sua occupazione principale era il lavoro tra i giovani. 

Sopra la chiesa fu costruito un "oratorio" in cui si tenevano conferenze religiose e per la prima volta funzioni con rappresentazioni di temi biblici accompagnate da composizioni musicali per solisti e coro i cosiddetti oratori.

Per la sua incessante opera a favore dei giovani e degli indigenti, egli fu definito al pari di Pietro e Paolo, Apostolo di Roma.

Nel settembre 2010 la RAI mise in onda una miniserie in due puntate dal titolo "preferisco il paradiso" ispirata alla vita di San Filippo Neri, interpretato da Gigi  Proietti; il titolo non è che la risposta del santo a chi gli proponeva la nomina a cardinale.

lunedì 20 maggio 2013

Lunario mese di Maggio


Santi e Ricorrenze



20/5



San Bernardino da Siena Sacerdote



dal sito Santi e Beati



Patronato: pubblicitari
Etimologia: ardito come orso, dal tedesco
Emblema: IHS - Monogramma di Cristo



Nato a Massa Marittima (GR) l'8 settembre 1380 dalla nobile famiglia senese degli Albizzeschi, rimasto orfano in giovane età viene allevato da due zie a Siena.

A 22 anni vestì l'abito francescano e divenne sacerdote dell'ordine dei Minori, andando di città in città a predicare ed evangelizzare le folle diffondendo la devozione per il Santo Nome di Gesù.

Per ascoltare le sue efficaci prediche, il cui testo è giunto fino a noi, grazie a un metodo di scrittura veloce di un discepolo, si radunavano folle immense nelle piazze dato che le chiese non potevano contenere un tal numero di fedeli.

La morte lo colse il 20 maggio 1444 a l'Aquila dove era appena giunto per continuare la sua instancabile opera di predicatore.



 dal web




Sulla facciata del Palazzo Pubblico di Siena in Piazza del Campo, collocato nel 1425, spicca il trigramma del nome di Gesù su disco di rame a ricordare che in quella piazza vi predicò San Bernardino.

Egli infatti aveva disegnato il simbolo e per questo è considerato il patrono dei pubblicitari, che appariva sulle tavolette di legno con cui benediceva i fedeli alla fine dei suoi sermoni. Il trigramma ebbe tanto successo, si diffuse in tutta Europa e più tardi fu fatto proprio dai Gesuiti.



 

venerdì 17 maggio 2013

Mondo Tombolo

Il lavoro del mese



La Madonnina di Maggio








Anche a chi non segue il mio blog dedicato al tombolo e ad altre tecniche voglio mostrare i miei "works in progress".

Il disegno è pubblicato sulla rivista Ricamo Italiano on line del mese di febbraio 2007.

giovedì 16 maggio 2013

Lunario mese di Maggio

Santi e Ricorrenze



17/5



S. Pasquale Baylon Religioso Francescano






dal sito Santi e Beati


Patronato: i Congressi Eucaristici per volontà di Leone XIII

Etimologia: Pasquale in onore della festa di Pasqua


Nato a Torre Hermosa (Aragona)  il 16 maggio 1540, giorno di Pentecoste, da un'umile famiglia, fin da piccolo fu avviato al pascolo delle greggi.
All'età di 18 anni chiede di essere ammesso nel convento dei francescani ma ne ha un rifiuto forse per la sua giovane età. Non si perse d'animo e dopo due anni venne ammesso e fece la sua professione religiosa senza tuttavia diventare sacerdote perché nella sua umiltà non se ne sentiva degno.

Nel 1576 fu inviato in una pericolosa, a causa dei calvinisti, missione a Parigi che riuscì a portare a compimento proficuamente.
Tutta la sua vita fu dedita all'adorazione del mistero dell'Eucarestia tanto da procurargli la definizione di "Serafino dell'Eucarestia".

Morì a Villa Real il 17 maggio 1592, nel giorno di Pentecoste, così come era avvenuto per la nascita. E Pasquale fu davvero ispirato dallo Spirito Santo in tutta la sua vita.

Il 16 ottobre 1690 fu proclamato Santo da Papa Alessandro VIII; il 28 novembre 1897 Papa Leone XIII lo proclamò patrono dei Congressi Eucaristici.
Particolarmente venerato a Napoli, a causa della denominazione spagnola, è protettore di cuochi e pasticceri ed è considerato l'inventore dello zabaione; patrono delle nubili in cerca di marito e in generale delle donne per il detto: "San Pasquale Baylonne protettore delle donne".







lunedì 13 maggio 2013

Lunario mese di Maggio



Santi e Ricorrenze



14/5




S. Mattia Apostolo




(dal sito Santi e beati)



Etimologia: uomo di Dio, dall'ebraico

Emblema: alabarda simbolo del suo martirio


Mattia al seguito di Gesù dal tempo del battesimo nel Giordano ad opera di Giovanni il Battista e fino all'Ascensione, divenne apostolo in sostituzione di Giuda Iscariota, il traditore, affinché si ricomponesse il numero dei 12 apostoli come i figli di Giacobbe e le tribù d'Israele.

Secondo gli Atti Apocrifi sarebbe nato a Betlemme da una importante famiglia della tribù di Giuda. Le notizie riguardanti gli anni successivi la Resurrezione di Cristo sono contraddittorie, concordano solo su un punto: egli venne martirizzato e le sue reliquie sono venerate nella Basilica romana di S. Maria Maggiore. 








domenica 12 maggio 2013

La festa della mamma





Voglio celebrarla così rendendo omaggio a due grandi donne della mia vita: la mia mamma, naturalmente, al centro e a destra la mia maestra di tombolo.


A loro grazie, grazie, mille volte grazie e auguroni!!!

martedì 7 maggio 2013

Elogio della dolcezza

La torta delle rose








ho voluto fare questa torta per il prossimo compleanno della mia mamma, seguendo la ricetta che mi è stata fornita tanto tempo fa da un collega.


Questa torta prevede tre momenti di lievitazione ad intervalli ben precisi. La sera si prepara una palla di pasta sciogliendo due cubetti di lievito in un po' di latte tiepido e una manciata di farina. Il composto dovrà essere messo in una ciotola coperta e lasciato riposare l'intera notte.


Al mattino si prepara l'impasto della torta con 300 g di farina, 3 uova intere, 3 cucchiai di zucchero e la pasta precedentemente lievitata aggiunta a tocchetti insieme ad una noce di burro. Formata di nuovo una palla si lascia riposare coperta per 2 ore.






si stende la pasta sottilmente e si cosparge di crema ottenuta con 150g  di zucchero e 150 g di burro.





si arrotola il composto a mo' di salame e se ne ricavano 7/8 pezzi







si dispongono i pezzi tagliati nella teglia imburrata e infarinata, avendo cura di mettere i pezzetti delle estremità nel centro e disporli come da foto






coprire la teglia e lasciar riposare, coperta da un canovaccio, per altre due ore.



 


Infine cuocere a fuoco moderato e sfornare subito dopo aver cotto la torta che va mangiata in giornata.  

 
 
 
 
 

lunedì 6 maggio 2013

Canarini che passione!

L'ultimo nato






E' il figlio unico della coppia gialla, ha otto o nove giorni ed è tranquillo al punto che si direbbe essere una femmina






Ha ancora gli occhi chiusi e persa la peluria gli stanno spuntando le prime penne.






Ecco i genitori e nell'immagine successiva il maschio della seconda coppia.



 
 
 

sabato 4 maggio 2013

Lunario mese di Maggio

Ricorrenze



5/5/1821




Muore a Sant'Elena Napoleone Bonaparte




dal web



Il 5 Maggio 1821 moriva a Sant'Elena Napoleone Bonaparte; ma se ancor oggi dopo 192 anni questa data è ricordata, lo si deve soprattutto alla celebre ode scritta da Alessandro Manzoni  in soli tre giorni dal 18 al 20 dopo che il 16 luglio 1821 la notizia era giunta a Milano.

Studiata a memoria malvolentieri da generazioni di studenti d'altri tempi, eccone il testo:


Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
così percossa, attonita
la terra al nunzio sta,
muta pensando all'ultima
ora dell'uom fatale;
né sa quando una simile
orma di pie' mortale
la sua cruenta polvere
a calpestar verrà.
Lui folgorante in solio
vide il mio genio e tacque;
quando, con vece assidua,
cadde, risorse e giacque,
di mille voci al sònito
mista la sua non ha:
vergin di servo encomio
e di codardo oltraggio,
sorge or commosso al sùbito
sparir di tanto raggio;
e scioglie all'urna un cantico
che forse non morrà.
Dall'Alpi alle Piramidi,
dal Manzanarre al Reno,
di quel securo il fulmine
tenea dietro al baleno;
scoppiò da Scilla al Tanai,
dall'uno all'altro mar.
Fu vera gloria? Ai posteri
l'ardua sentenza: nui
chiniam la fronte al Massimo
Fattor, che volle in lui
del creator suo spirito
più vasta orma stampar.
La procellosa e trepida
gioia d'un gran disegno,
l'ansia d'un cor che indocile
serve, pensando al regno;
e il giunge, e tiene un premio
ch'era follia sperar;
tutto ei provò: la gloria
maggior dopo il periglio,
la fuga e la vittoria,
la reggia e il tristo esiglio;
due volte nella polvere,
due volte sull'altar.
Ei si nomò: due secoli,
l'un contro l'altro armato,
sommessi a lui si volsero,
come aspettando il fato;
ei fe' silenzio, ed arbitro
s'assise in mezzo a lor.
E sparve, e i dì nell'ozio
chiuse in sì breve sponda,
segno d'immensa invidia
e di pietà profonda,
d'inestinguibil odio
e d'indomato amor.
Come sul capo al naufrago
l'onda s'avvolve e pesa,
l'onda su cui del misero,
alta pur dianzi e tesa,
scorrea la vista a scernere
prode remote invan;
tal su quell'alma il cumulo
delle memorie scese.
Oh quante volte ai posteri
narrar se stesso imprese,
e sull'eterne pagine
cadde la stanca man!
Oh quante volte, al tacito
morir d'un giorno inerte,
chinati i rai fulminei,
le braccia al sen conserte,
stette, e dei dì che furono
l'assalse il sovvenir!
E ripensò le mobili
tende, e i percossi valli,
e il lampo de' manipoli,
e l'onda dei cavalli,
e il concitato imperio
e il celere ubbidir.
Ahi! forse a tanto strazio
cadde lo spirto anelo,
e disperò; ma valida
venne una man dal cielo,
e in più spirabil aere
pietosa il trasportò;
e l'avvïò, pei floridi
sentier della speranza,
ai campi eterni, al premio
che i desideri avanza,
dov'è silenzio e tenebre
la gloria che passò.
Bella Immortal! benefica
Fede ai trïonfi avvezza!
Scrivi ancor questo, allegrati;
ché più superba altezza
al disonor del Gòlgota
giammai non si chinò.
Tu dalle stanche ceneri
sperdi ogni ria parola:
il Dio che atterra e suscita,
che affanna e che consola,
sulla deserta coltrice
accanto a lui posò.
 

 

venerdì 3 maggio 2013

Ritorno al passato

Questa mattina approfittando della bella giornata ho voluto fare un lungo giro a piedi per il centro città









mi sono ritrovata così dopo tanto tempo a percorrere la strada, via Palestro, dove sono nata e ho vissuto fin  oltre i 30 anni. In particolare sono passata davanti alla casa in cui ho abitato.








Il palazzo, ottocentesco, ha sulla facciata un bel fregio in terracotta e all'interno un elegante cortile con colonne, il pozzo e un ampio scalone di salita al piano nobile. All'interno oltre il cortile un giardino.











Ho rivisto la casa della mia infanzia mirabilmente restaurata e ho provato una grande delusione oltre che tristezza perchè in un attimo la realtà del momento aveva spazzato via tutti i miei ricordi: il cortile a ciottoli dove scendevo a giocare non esiste più; la bellissima pianta di glicine abbarbicata alla colonna che saliva fino al primo piano, tagliata e perfino la scaletta che portava alla mia casa, due stanze in soffitta, nascosta da una porta a vetri e probabilmente con i gradini rifatti (quelli che salivo io erano consunti); anche il giardino/orto che si trovava nella parte posteriore della casa mi sembra ridimensionato, (forse per far posto ai garages)





 


Ricordando le serate d'estate che si passavano tutti insieme in cortile portando ognuno la propria sedia e chiaccherando amabilmente o le montagne di neve che si ammucchiavano in cortile e con cui ci si divertiva un mondo, ho la sensazione che gli attuali inquilini pur abitando in un complesso molto ben conservato neanche immaginano lo scorrere di quegli anni lontani e i personaggi che prima di loro vi hanno abitato e la serenità con cui si viveva allora.